“Meraviglioso quotidiano” di Doisneau

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Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. 

E’ una corsa per cogliere l’attimo fuggente, quella tracciata dalla moltissime foto di Robert Doisneau. L’autore dell’iconico Bacio davanti all’hotel de Ville – scattato nel 1950, come spesso le icone evocativo di una perfezione enigmaticamente al limite della finzione, del set – di Parigi è stato un ispirato e poetico street photographer.

Ma il suo esordio è tutt’altro che lirico. Dopo gli studi di litografia all’école Estienne, presso Chantilly, a 22 anni fu assunto alla Renault di Billancourt come fotografo industriale. Dopo l’impegno nella Resistenza, alla fine della guerra iniziò a lavorare al giornale ‘Le Point’ e nel 1946 diventò fotografo indipendente dell’agenzia ‘Rapho’. Nel 1947 l’incontro con Jacques Prevert e Robert Giraud e, nello stesso anno, la vittoria del Kodak Prize.

Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l’entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono. Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno.

I soggetti preferiti delle sue foto sono i bambini che giocano, ma il suo nome è legato alle immagini della vita di strada di Parigi, e soprattutto alla celebre foto del bacio, che costò a Doisneau una denuncia: i personaggi della foto, infatti, erano rimasti sconosciuti fino al 1993, quando Denise e Jean-Louis Lavergne denunciarono l’artista per averli fotografati senza avere chiesto loro il permesso. In quell’occasione Doisneau fu costretto a rivelare che i personaggi dell’opera erano i due attori e modelli Francoise Bornet e Jacques Carteaud, smentendo così le accuse dei Lavergne.

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Robert Doisneau. Le merveilleux du quotidien (Monza) espone 80 foto, dal primo scatto (nel 1929, a diciassette anni) alle immagini del 1973, ispirate a  luoghi a lui cari come le banlieue parigine.