La prima retrospettiva di Agnes Martin dal 1994, alla Tate, racconta in tutte le sue declinazioni il suo delicato minimalismo, un po’ figlio di Mark Rothko. La pittrice canadese – come si legge nel sito del museo londinese – è nota per i quadri dalle sottili linee a matita con colori pallidi.
Il suo stile controllato è stato sostenuto da una profonda fede nel potere emotivo ed espressivo dell’arte. Senza la consapevolezza della bellezza, dell’innocenza e della felicità – ha scritto Agnes Martin – non si possono fare opere d’arte. Continua a leggere