L’immagine di Marcel Proust meditabondo a Venezia, meta a lungo desiderata – e plasmata e ricreata con l’immaginazione, sotto l’influenza estetica di John Ruskin; la foto scattata nel 1900, che sembra condividere con la città la stessa consistenza del sogno, è stata battuta all’asta da Sotheby’s a Parigi per 17.500 euro, dieci volte la stima. Vien da pensare, allora, al valore inestimabile delle pietre veneziane nella cattedrale della Ricerca del tempo perduto, di cui la città sull’acqua racchiude gli enigmi più profondi; l’esperienza del passo sulle lastre sconnesse del Battistero di San Marco (che ritroverà, déjà vu in cui la memoria è arricchita di consapevolezza, sull’acciottolato sconnesso davanti a un palazzo parigino), le continue mise en abyme tra l’Arte – che rende davvero possibile il viaggio interiore – e la sua vita sentimentale, e la conoscenza del Tempo.
Questa e altre fotografie dell’universo proustiano (come la foto insieme all’amato Lucien Daudet, che nella posa lo contempla teneramente dall’alto), con lettere, autografi e cimeli, sono la collezione messa in vendita dalla bisnipote Patricia Mante-Proust, che ha incassato 1,24 millioni di euro (il doppio delle aspettative). Emozionanti, in particolare, le due (delle tre conosciute) lettere che Marcel scrisse al padre, restio a vedere nella letteratura un mestiere. Nella famosa lettera del 1893 il giovane Marcel affermava di essere impegnato seriamente a preparare il concorso diplomatico, anche se qualsiasi altra cosa all’infuori delle lettere e della filosofia è tempo perso.
Proust sedotto dalla fotografia