Le fotografie astratte di Uta Barth incoraggiano a esplorare la natura del guardare e la differenza tra la visione umana della realtà e la registrazione di una macchina fotografica. Barth raffigura intenzionalmente oggetti banali o accidentali in un ambiente anonime per focalizzare l’attenzione sull’atto fondamentale del guardare e del processo percettivo.
«La questione per me è sempre come posso renderti consapevole del tuo atto di guardare, piuttosto che perdere la tua attenzione al pensiero di cosa stai guardando», dice Uta Barth. Nella serie Ground – chiamata così perché implica le nozioni di primo piano e sfondo – foreground and background – sceglie di mettere a fuoco la macchina fotografica su un primo piano che è vuoto, sfocando così l’intera composizione. «Le immagini non sono a fuoco perché l’attenzione della macchina fotografica è altrove», osserva. Continua a leggere