“Italia o Italia”, frammenti à rebours – intervista a Federico Clavarino

L’ultimo numero del British Journal of Photography è dedicato a un gruppo di fotografi ritenuti interessanti e da tenere d’occhio. Tra loro c’è Federico Clavarino.  Torinese nato nel 1984, ha studiato letteratura, poi si è trasferito a Madrid, dove ha approfondito la fotografia documentaria alla BlankPaper EscuelaItalia O Italia è il suo terzo  photobook – pubblicato da Akina Books – dopo La Vertigine e Ukraina Pasport, entrambi editi da Fiesta Ediciones.

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ph Federico Clavarino – British Journal of Photography, febbraio 2015

Intervista a Federico Clavarino

“La macchina fotografica vede le cose in modo diverso rispetto a come le vediamo noi; ti fa vedere le cose in un altro modo. Tutti coloro che sanno qualcosa di fotografia sanno che le fotografie sono veicoli di un tipo più ambiguo di verità. Hanno molto più a che fare con la memoria che con la storia”, ha detto al British Journal of PhotographyPartiamo da qui , dall’ambiguità del fotografo. Come cerca di essere ‘ambiguo’ quando scatta? 

Quando parlo dell’ambiguità di una fotografia non voglio parlare di un atteggiamento ambiguo da parte di un fotografo, ma del fatto che le fotografie sono oggetti ambigui, enigmatici, che hanno bisogno di un contesto per essere decifrati e che si prestano a interpretazioni molto personali. Una fotografia difficilmente può servire per “spiegare” qualcosa, o per “raccontare” una storia, tantomeno da un punto di vista presumibilmente obbiettivo, dato che una fotografia è anche facilmente manipolabile, a seconda del contesto in cui compare, dalle parole o dalle altre immagini che la accompagnano. La propaganda, la pubblicità e il cattivo giornalismo sono esempi perfetti di questa loro natura ambigua. Le fotografie non sono altro che frammenti, sono come fossili, piccoli pezzi di spazio e di tempo, l’unica cosa che sappiamo di loro è che qualcuno ha deciso di isolare un dato frammento e non un altro e di metterlo in un posto, che può essere una parete, una pagina, un sito web, e per questo supponiamo che ci sia dietro un’intenzione di qualche tipo. In questo caso una fotografia da “ambigua” diventa “enigmatica”: qualcuno ha selezionato questa porzione di spazio e di tempo per una ragione, e io in quanto lettore mi devo chiedere quale sia questa ragione. Secondo me una fotografia è tanto più interessante quante più domande riesce a porre, senza però essere incomprensibile. Le fotografie di questo tipo sono contenute dalla realtà del loro referente, ma insinuano oltre, per mezzo delle connessioni interne ed esterne che riescono a stabilire, e istigano il lettore a una serie di associazioni che trascendono il frammento di esperienza che è stato registrato. È un po’ come quando uno si sveglia la mattina e si ricorda delle immagini sparse da un sogno, e cerca di connetterle, decifrarle, dare loro un senso.

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Italia O Italia – ph Federico Clavarino

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