Visioni lynchiane

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Paesaggi industriali da scena del crimine sono il soggetto di una mostra di David Lynch , che dopo Londra arriva a Bologna,  (fino al 31 dicembre al Mast): The Factory Photographs. Presenta più di ottanta scatti in bianco e nero di vecchi edifici industriali dismessi, da New York a Berlino.

Mi sono sempre interessato alla decadenza –  dice sorridendo Lynch alla giornalista del Guardian. Sa, le mie iniziali sono DKL, e i miei genitori per un periodo mi chiamavano ‘DK’ (la cui pronuncia è la stessa di ‘decay’, declino, ndr), finchè hanno capito cosa stavano dicendo.  Siccome diventavo sempre più piccolo e debole smisero di chiamarmi in quel modo. 

Dunque tra i talenti di Lynch c’è anche quello fotografico . Una serie di suoi scatti, 40, naturalmente in un inquietante bianco e nero, quest’anno sono stati esposti alla Maison Européenne de la Photographie in Small Stories (in alto il video).  Foto che Lynch ha fatto su richiesta, per il quartiere del Marais. Sogno, angoscia fantasmi, tra fotomontaggi e sovrapposizioni; insomma l’immaginario visivo già di Blue Velvet e Twin Peaks e Mulholland Drive.

Lui spiega: La maggior parte delle volte, raccontano piccole storie. E talvolta capita che le storie più interessanti siano anche piccole. Ma le piccole storie possono svilupparsi per diventare grandi storie. Tutto dipende dallo spettatore. È quasi impossibile non vedere emergere una storia da un’immagine fissa. E trovo che sia un fenomeno magnifico.

lynch

ph David Lynch

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