Anna Freud è la Google star di oggi. Il doodle è dedicato ai suoi 119 anni. Ne approfittiamo per mostrarne qualche foto con il padre. Sono prova vivente, i due, di quel complesso di Edipo così ben teorizzato da Sigmund da ispirargliene una esempio esemplare nel rapporto con la figlia, come lui psicoanalista.
Presa nelle maglie e nelle reti
La metafora del lavoro a maglia è pregnante per la professione psicoanalitica dei fili interiori da intrecciare, dipanare o tagliare. Lavorare a maglia è una pratica sublimante e implicitamente autoerotica, e simbolo di stoica attesa, come il telaio per Penelope.
Anna Freud lavora sempre a maglia. Anche durante le sedute analitiche. Anche durante la malattia del padre. “Anna accompagna la malattia di Freud, e controlla l’angoscia che da essa le deriva, lavorando forsennatamente a maglia e all’uncinetto molto spesso per Lou [Andreas-Salomé, ndr], la quale lamenterà scherzosamente di venir continuamente ‘presa nelle maglie e nelle reti’ della più giovane amica” (Bocci, Anna Freud e Andreas Lou Salomé più che sorellanza, p.23). “La maglia, il lavorare a maglia, che costituisce un po’ il filo visibile con cui lei intreccia le sue varie parti interne, le sue diverse età e storie, la segue nel percorso avviato con la scelta psicoanalitica, visto che lavorando a maglia assiste alle riunioni della società freudiana, per cui invitarla a intervenire nella discussione significa sollecitarla a posare almeno per un po’ i ferri”. (L. Bocci, ibid. p. 32).
Il ricordo della nipote Sophie. ” E quando le mandai un libro con modelli a maglia, mi scrisse: ‘Studio i modelli con la stessa brama con cui studierei una nuova pubblicazione psicoanalitica. Ogni nuovo filo e ogni nuovo modello è un’avventura’ “. (Sophie Freud, Le mie tre madri e altre passioni, Bompiani 1990).
Una grande ‘tessitrice’ anche nelle trame relazionali del rapporto con l’Altro, se pure in un contesto di assoluta devozione al padre (che coincide, ed è un caso raro – fa notare Ernest Jones – con la sua imago paterna). Affronta relazioni articolate e intense. Quella di una vita con Dorothy Burlingham, e poi molte amicizie femminili – che qualcuno vuole vedere come sostituti di una madre assente; e quella con la ‘nemica’ Melanie Klein.
Anna Freud è ‘gettata’ nella rete delle relazioni fin da ragazzina, quando il padre le fa assistere le conferenze della Società psicoanalitica. Dall’età di tredici anni ascolta dibattiti su sessualità anale, incesto, masochismo, onanismo. Freud stesso la sottopone all’analisi. Lei gli farà da infermiera. Il loro legame indissolubile e sfaccettato è la prima delle sue relazioni significative. Anna è, per ammissione di Freud-Edipo, la sua Antigone (con tutta la sua pregnanza simbolica, anche di sfida alla legge del Padre).
Questa giovane donna così precocemente avventuratasi nei meandri della psiche – e che a 29 anni dice: La mia vecchia tata è la più autentica e antica relazione della mia infanzia -, da quali traumi è ossessionata? Da quello di essere la figlia prediletta del padre della psicoanalisi? Certo il titolo della conferenza con cui esordisce alla Società psicoanalitica, Fantasie di percosse e sogno ad occhi aperti, con il suo contenuto edipico insito nella fantasia masturbatoria infantile dell’essere picchiati, fa pensare a un percorso evolutivo accidentato e originalissimo.
Della biografia di Anna Freud qui si vuole cogliere l’aspetto delle relazioni interpersonali, la loro ricchezza, gli snodi e le sovrapposizioni tra vita privata e pratica psicoanalitica nella sua fase germinale; intrico di affetti, relazioni professionali, sentimenti, teorie, nell’agorà disegnata una volta per tutte dall’autorevolezza paterna. Anna Freud emerge, come la psicoanalisi di quegli anni, dal caos relazionale. Basti ricordare questa catena (e infrazione deontologica peraltro diffusissima agli albori della psicoanalisi): Freud psicoanalizza la figlia, che psicoanalizza i figli (a un certo punto orfani di padre, morto suicida) di quella che sarà la sua compagna. Melanie Klein farà lo stesso con il figlio Eric.
Anche i più elementari dati biografici sembrano predestinarla all’analisi. Annerl, questo il soprannome familiare, nasce nello stesso anno in cui esce Studi sull’isteria (1895), la cui protagonista, Bertha Pappenheim, è rinominata Anna O. In comune hanno il sognare ‘ad occhi aperti’ , il disinteresse per il sesso e la filantropia.
Fosse stata maschio si sarebbe chiamata Wilhelm, come quel Fliess amico del padre, il mediocre otorinolaringoiatra per il quale Freud riconoscerà, nel trasporto della sua amicizia, un latente elemento omosessuale. Sesta e ultima figlia di Freud, Anna non si sente desiderata. Dirà che se i genitori avessero conosciuto degli efficaci contraccettivi, lei non sarebbe nata“. La bambina non è allattata dalla madre (provata in modo particolare da questa maternità, Martha Bernays non ne è in grado o non desidera farlo) e non viene nemmeno assunta una balia. Dal quinto giorno della sua vita Anna Freud è nutrita con il latte intero Gärtner.
Parte da questo sentimento depresso sulla sua nascita per affrontare poi il difficile rapporto con un padre reale/ideale che la opprime e però la stimola sulla strada che le porterà un gratificante riconoscimento da psicoanalista dell’infanzia, fondatrice a sua volta di una psicoanalisi; un padre che la allontana da altri uomini e la incoraggia alle amicizie femminili. Intellettuali e/o psicoanaliste, – “quelle bellissime donne narcisiste sulle quali Freud sembrava esercitare un fascino particolare”, (P. Roazen, Freud e i suoi seguaci, Einaudi). In particolare si racconta dell’amicizia affettuosa che la lega all’affascinante Lou Andreas-Salomé, amica intima di Nietzsche e Rilke. Tra loro ci sarà un ricco carteggio. Ma si parla anche di Marie Bonaparte, Eva Rosenfeld, Marianne Kris. Fino all’incontro di Anna Freud con la discendente della famiglia Tiffany.
La lunga e costruttiva relazione con Dorothy Burlingham (sulla cui biografia poco nota ci si soffermerà) è l’approdo per Anna Freud a una vita affettiva ‘tutta per sé’, incoraggiata con decisione dal padre, che favorisce la vicinanza tra la sua famiglia e la coppia.
Lo spazio dedicato a Anna Freud, nel Freud Museum di Londra, è dominato da un telaio, ed è quello di Dorothy Burlingham.
«Cara figlia, non sposarti giovane». «Caro papà, tu sei il re».
Un libro uscito in Francia raccoglie le quasi trecento lettere tra Sigmund e Anna Freud. Una corrispondenza inedita che rivela il loro rapporto negli aspetti più intimi. Un estratto.
(Anna ha 9 anni, è in vacanza in Baviera con la zia Minna Bernays, sorella di Martha Freud)
4 LUGLIO 1904
Mia cara Anna, ti sei sicuramente sbagliata nella tua ultima lettera, forse volevi dirmi che hai preso 1 chilo. Se invece è vero che hai perso peso, bisogna che tua zia ti nutra di più finché ti sarai ripresa. Alla tua età bisogna prendere peso senza paura di ingrassare.
(Anna è a Londra. Freud si preoccupa per le mire del suo discepolo Ernest Jones)
16 LUGLIO 1914
Cara Anna, so attraverso buone fonti che il Dr. Jones ha la serie intenzione di farti la corte. E’ probabilmente il primo caso nella tua giovane vita, e non mi sogno di privarti della libertà di cui hanno goduto le tue sorelle maggiori. Ma siccome hai vissuto con noi in un modo ancor più intimo di quanto non sia accaduto con loro, mi cullo nella speranza che sarà per te più difficile prendere una decisione sulla tua vita senza avere prima la nostra approvazione. Il Dr. Jones, lo sai, è per me un amico e un prezioso collaboratore. Questo potrebbe rappresentare per te un’ulteriore tentazione. (…) Non vogliamo che tu ti sposi o ti leghi troppo giovane, prima che tu abbia potuto vedere, imparare, vivere un po’ di più tra la gente. Il Dr Jones (…) non è l’uomo giusto per una creatura femminile di natura raffinata.
6 AGOSTO 1915
Caro papà, oggi sono di cattivo umore e non riesco a capire perché. Forse è la pioggia che mi ha completamente distrutta. Ho sognato che tu eri un re ed io una principessa. Qualcuno voleva aizzarci l’uno contro l’altra con degli intrighi politici. Non era bello e mi sono molto innervosita.
6 DICEMBRE 1920
Mia cara Anna, hai ragione, non si può rimandare un compleanno. I regali possono aspettare, non i sentimenti. Vedo adesso, guardandoti, quanto sono vecchio visto che hai esattamente l’età della psicoanalisi. Mi avete causato entrambe delle preoccupazioni, ma in fondo è da te che mi aspetto più gioia. Mi puoi certamente promettere che non mi sfiancherai per 9 ore al giorno”.
(Anna è in vacanza insieme a Lou Andreas Salomé, presentatagli dal padre, diventata amica e confidente)
30 APRILE 1922
Caro Papà!, la mia nuova amica è davvero magnifica, e in fondo il modo nel quale mi avvicino a lei m’ispira un po’ di inquietudine. D’altra parte, accanto a lei vivo con una leggerezza, una semplicità e una naturalezza che ho trovato in poche persone. Più la frequento, più la trovo giovane, vitale, intima e loquace. Mi fa scoprire ogni giorno cose talmente straordinarie che solo in quel momento mi sembra di vedere tutto ciò che il mondo può offrire.
13 LUGLIO 1922
Mio caro papà, è bello constatare che qui, in Germania, si viaggia quasi bene come in Olanda. Non ci sono praticamente ritardi, e nelle stazioni non c’è bisogno di arrivare più di qualche minuto prima la partenza del treno. L’unico problema sono i viaggiatori. Non so se siano davvero tutti antisemiti, ma in ogni caso ne hanno tutta l’aria. Provo pena nell’immaginare un paese dove, di fronte alla gente, avremo l’impressione di essere degli “stranieri”.
(Freud è a Vienna per farsi visitare, incomincia a essere malato. Anna chiede di poterlo assistere nelle terapie)
21 LUGLIO 1923
Mia cara Anna, non vorrei subito acconsentire al tuo desiderio. Non devi infatti entrare prematuramente nella triste funzione di infermiera dei tuoi vecchi genitori malati. Sarebbe meglio che fossi risparmiata. Ti faccio invece una concessione: sarai immediatamente avvertita con un telegramma se sarò trattenuto a Vienna, cosa che comunque mi sembra inverosimile.
(Anna è in vacanza con Dorothy Burlingham, con la quale è iniziata una relazione destinata fino alla fine dei suoi giorni)
16 APRILE 1927
Mia cara Anna, sono molto felice del modo in cui si svolge il vostro viaggio, mi sembra che siate entrambe soddisfatte. Evidentemente non è ordinario, ma una scelta secondo il vostro gusto individuale. (…) Le cure sono noiose, stancanti a causa della loro accumulazione, bisognerebbe essere in salute per affrontarle. Ridiamo, ma non si può ridere sempre.
(Freud è nella casa di Londra, a Elsworthy Road, già molto malato. Questa è l’ultima lettera del carteggio con Anna, allora a Parigi, prima della sua morte il 23 settembre 1939)
LONDRA, 3 AGOSTO 1938
Mia cara Anna, anche da noi ha fatto molto caldo, ma le serate in giardino, con questa vista magnifica, sono deliziose. Ho incredibilmente sopportato il caldo, forse grazie alla nitroglicerina che avevo preso a titolo preventivo. (…) La fortunata circostanza della mia unica paziente che mi ha dato un assegno mi ha permesso di pagare la fattura semestrale, perché non c’è più liquidità in banca. La mia altra paziente soffre, come sai, d’una grave tonsillite e per qualche settimana non ci sarà.
Mi riferiscono che tutto è stato imballato, pesato e portato via. Non ci sentiremo liberi dai nazisti prima di quel momento. (da Sigmund Freud-Anna Freud, Correspondance 1904- 1938, Fayard 2012, nella traduzione citata qui)