Una mostra questa che riconcilia, se ce ne fosse bisogno, con l’eleganza mai scontata della fotografia in bianco e nero. Soprattutto se a interpretarla sono due maestri della camera oscura come Gianni Berengo Gardin (1930) e Elliott Erwitt (1928). Diceva Cartier-Bresson , che non amava le foto a colori perché non gli sembravano artistiche come quelle in bianco e nero ma semmai avevano un tratto più documentario; ne fece per delle riviste, e nella mostra all’Ara Pacis si possono vedere. (Peraltro HCB amava molto una foto di Berengo Gardin, che ne parla in questa intervista). A vedere gli scatti – in mostra all’Auditorium Parco della Musica di Roma – di questi due fuoriclasse messi a confronto – molte celebri, altre poco note, altre ancora appena realizzate e mai mostrate finora – non si possono non cogliere con due stili diversi una simile intensità e un generoso coinvolgimento per le storie che hanno saputo raccontare. Continua a leggere